La trasformazione digitale
Cosa significa per un’azienda intraprendere un percorso di trasformazione digitale? Come stabilire il proprio livello di maturità digitale, e quale ruolo gioca il mindset e la cultura aziendale? Un tema di forte attualità, affrontato in uno degli incontri digitali dell’open space della conoscenza insieme a Matteo Doveri, Account Manager di HT&T Consulting.
Il termine trasformazione digitale è oggi sempre più inflazionato, soprattutto alla luce dei fondi previsti dal PNRR. Ma al di là delle risorse straordinarie a disposizione e delle iniziative intraprese dalle aziende per avviare processi di digitalizzazione, risulta interessante soffermarsi su un aspetto particolare della trasformazione digitale: quello della comunicazione e dell’approccio interno all’azienda. È ormai indubbio che il processo di trasformazione sia un fenomeno irreversibile, ed è altresì sicuro che la comunicazione digitale, in un mondo con scenari, canali e mercati in continua evoluzione, rappresenterà uno dei punti chiave per le aziende.
Perseguire la maturità digitale
La trasformazione digitale assume un’importanza strategica in ogni azienda. È sempre più importante riflettere sul livello di maturità digitale che l’azienda riesce a raggiungere, sia a livello di strumenti che di cultura e mindset, in ogni ambito e aspetto dei processi aziendali. Ma come si fa a capire quale è il proprio livello?
Un approccio utile per valutare la maturità digitale consiste nel fare un audit per identificare eventuali lacune o aree di potenziamento e miglioramento in cui l’azienda potrebbe trarre un beneficio funzionale ed economico nell’adottare strumenti digitali che snelliscano processi e incrementino opportunità di generazione contatto.
All’audit deve poi seguire una fase di pianificazione che va a concretizzare la trasformazione digitale attraverso l’utilizzo di alcuni software ad alto impatto tecnologico che migliorino l’efficienza dei processi interni, fino ad arrivare ad attività specifiche anche verso l’esterno: un tempo ciò coincideva con la realizzazione del sito web, oggi invece si parla di ecosistema digitale, ovvero tutte quelle attività che consentono di ottenere una presenza digitale.
Lavorare su mindset e contaminazione aziendale
Cresce la consapevolezza che intraprendere un percorso di trasformazione digitale sia indispensabile, ma una barriera a questo è spesso costituita dalla mancanza di chiarezza nel percorso di investimento. Come si approccia questo tema?
Non esiste un paradigma definito, ma esistono dei passi come quello dell’audit, che si possono compiere per comprendere il percorso da fare. Solitamente si lavora sul mindset e quindi sull’approccio interno: formazione, workshop e incontri one to one con una società di consulenza o anche attraverso persone interne all’aziende che possono, per attitudine o competenze personali, diventare fautori della trasformazione digitale aziendale. È sempre un problema di qualificare e quantificare il dimensionamento e il punto di arrivo, però se c’è un investimento che sicuramente viene ripagato in tutte le aziende è quello di lavorare sulla cultura digitale interna all’azienda.
Spesso le aziende si trovano ad avere alcuni reparti già pronti e ricettivi alla trasformazione digitali ed altri che invece hanno meno dimestichezza e fanno più fatica. Per superare questo scoglio la parola magica è: contaminazione. Si parla sempre di soft skills, e quella principale sta nel saper ricorrere a persone che possano da un lato essere interscambiabili nei ruoli e nelle mansioni, in modo da contaminare business unit o aree dell’azienda, e allo stesso tempo avere strumenti comuni che possano velocemente gran parte delle funzioni aziendali allo stesso livello di conoscenze digitali.
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