La digital transformation tra investimenti tecnologici e nuove competenze.
Le PMI italiane stanno reagendo alla crisi generata dalla pandemia di Covid-19 accelerando la trasformazione digitale del proprio business. Sono i dati emersi dal “Global State of small business report”, la ricerca realizzata da Facebook in collaborazione con Banca Mondiale e Ocse in oltre 50 paesi del mondo.
Il World Economic Forum stima che entro il 2022 il 60% del Pil mondiale sarà trainato dal digitale. La digital transformation giocherà dunque un ruolo fondamentale per accelerare la ripresa economica, e rappresenterà il motore stesso per la crescita a livello globale. La realizzazione di adeguate infrastrutture digitali e l’incentivo per investimenti in tecnologia, così come la definizione e la semplificazione delle policy legate a queste azioni, sono tutti elementi al centro del dibattito e dell’attenzione: è su questi temi che si è articolato il B20-G20 Dialogue on digital transformation in vista delle riunioni ministeriali del G20 su Innovazione e ricerca che si terranno a Trieste il 5 e 6 agosto.
Ma per concretizzare la digital transformation non bastano gli investimenti tecnologici, servono anche quelli culturali: è necessario puntare sul reskilling del mondo del lavoro, a partire dalle competenze digitali – senza le quali ogni investimento in tecnologia diventa fine a se stesso – e passando per le soft skills. La priorità per le imprese e le loro persone sarà sempre più quella di acquisire nuova conoscenza, sia tecnica che trasversale, tramite la quale governare il cambiamento.