In cosa consiste la “contamination experience”, l’iniziativa pensata per le aziende che hanno la necessità di attivare un processo di open innovation? Ne parla Paolo Alderigi, Responsabile Open Innovation del Polo Tecnologico di Navacchio (PI), nell’intervista a Space for Pedia.
Contamination experience
Un percorso di open innovation deve necessariamente partire con un’analisi approfondita del quadro generale dei bisogni, ma questo non è sempre semplice da realizzare perché molto spesso l’approccio all’open innovation va per opportunità: quello che manca è una visione di insieme. Per questo motivo il Polo Tecnologico di Navacchio ha progettato una nuova tipologia di servizio chiamato “contamination experience”: una vera e propria contaminazione con il mondo dell’innovazione.
In chimica per fare avvenire una reazione e produrre qualcosa di nuovo occorre dare al sistema un’energia, facendo in modo che le particelle si muovano con una velocità maggiore che vinca quelle che sono le forze di repulsione. Anche le aziende sono fatte di particelle in movimento e forze repulsive: grazie all’energia di attivazione si aumentano le collisioni tra particelle, e da queste scaturiscono le reazioni che formano nuovi composti, nel nostro caso progetti di innovazione.
I passi del processo di open innovation
Il primo passo è il coinvolgimento: si parte da un incontro di assessment con il management aziendale, coinvolgendo tutte le figure chiave dell’impresa con l’obiettivo di tirare fuori il quadro complessivo dei bisogni, così da impostare una strategia di innovazione. Sulla base di questo viene confezionato un percorso di contamination experience ritagliato su misura.
Una volta definito il percorso lo si va a sviluppare, strutturandolo in una serie di workshop tenuti da figure di diverso profilo: docenti universitari, ricercatori, start up, imprenditori esperti di open innovation facenti parte del network di alleanze e partnership del Polo Tecnologico. Workshop di mezza giornata alla settimana, per un percorso complessivo di 2/3 mesi volto a sviluppare il pensiero laterale. Questo viene fatto mettendo in discussione i punti fermi su cui si è sempre basata l’impresa, attraverso una serie di domande a raffica tese a stimolare nuovi punti di vista.
I benefici per l’azienda
Prima di tutto si ha un incremento generale della propensione all’innovazione dell’azienda, proprio perché il progetto coinvolge tutte le figure chiave, dal responsabile R&D al responsabile finanziario. Inoltre si porta a casa una metodologia di lavoro e una cassetta degli attrezzi per analizzare e gestire in autonomia, a progetto concluso, la propria road map di innovazione. Infine, sviluppando una strategia di innovazione, si ha il passaggio da un approccio all’innovazione dovuto all’opportunità ad uno strategico.
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